Il bonus mamme sarà pagato anche per la mensilità di gennaio per le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato che abbiano almeno due figli. Lo chiarisce l’Inps in una circolare appena pubblicata sulla misura contenuta nella legge di Bilancio che prevede l’esonero della contribuzione previdenziale a carico delle lavoratrici (9,19% della retribuzione) fino a un massimo di 3mila euro su base annua che hanno almeno tre figli fino al 18mo anno dell’ultimo figlio.
In via sperimentale per il 2024 l’agevolazione è estesa alle mamme di almeno due figli fino al compimento del decimo anno dell’ultimo figlio. Vale per le dipendenti del settore pubblico e privato e anche per quelle del settore agricolo mentre sono escluse le lavoratrici domestiche. Vale per i contratti di apprendistato e per il lavoro in somministrazione.
L’agevolazione parte al momento della nascita del secondo figlio per quest’anno. E del terzo figlio nel 2025 e 2026 e si conclude con il compimento del diciottesimo anno dell’ultimo figlio per le mamme con tre figli. E al decimo anno dell’ultimo figlio nel 2024 per le lavoratrici che hanno due figli.
La circolare chiarisce che è necessario comunicare all’Inps il numero dei figli e il loro codice fiscale o direttamente o tramite il datore di lavoro.
L’esonero massimo è di 250 euro euro al mese e di fatto quindi esaurisce l’esonero massimo che si potrebbe avere con il taglio di sei punti previsto dalla legge di bilancio per i lavoratori la cui retribuzione non superi la soglia massima di 2.692 euro. L’esonero lascia, comunque, ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. L’Inps chiarisce inoltre che poiché l’esonero in questione trova applicazione esclusivamente con riferimento alla quota di contribuzione a carico della lavoratrice madre, la misura non rientra nella nozione di aiuto di Stato. Così, non ci saranno equivoci sul bonus mamme.