Ciro Blando compie 70 anni, di vita di calcio, di cadute e risalite. Semplice, genuino, conosciutissimo, il decano del calcio a Torre Annunziata ne ha passate talmente tante che servirebbe un’enciclopedia per raccontare questo traguardo. Prima allenatore, poi direttore sportivo nel calcio dilettanti, Blando resta l’essenza di un calcio che non c’è più, fatto di valori, rapporti umani e regole negli spogliatoi. Un pallone che piaceva, appassionava e non era solo un mezzo che i giovani utilizzano per diventare ricchi e famosi.
E chi, tra coloro che hanno tirato calci a un pallone a Torre Annunziata, non conosce Ciro Blando? Un personaggio che nel calcio dilettantistico ha saputo sempre stupire fino alla sua ultima avventura a Ottaviano, in Promozione. In queste settimane si sta dedicando alla famiglia, consapevole che il tempo sui campi di calcio deve essere produttivo e non solo un passatempo.
I 70 anni di Ciro Blando per un bilancio
I 70 anni sono l’occasione per fare un bilancio. “Gli anni più belli sono stati quelli con il Savoia. Da direttore sportivo ho anche preso l’aereo per una trasferta in Sicilia – dice sorridendo -. E poi Striano, dove ho vissuto un’annata bellissima e mi sono divertito tanto. Potrei raccontarne tanti, anche di aneddoti. Non mi sono fermato un anno”.
Manca il divertimento
Poi, Ciro Blando sottolinea. “Proprio il divertimento è quello che manca. Non mi diverto perché una volta i ragazzi venivano a chiedermi di giocare, di crescere. Oggi arrivano e ti chiedono subito quanto prenderanno di rimborso spese. Allorché viene da chiedermi: ma dove hanno giocato? E’ normale che i calciatori debbano essere retribuiti per le spese, ma devono anche crescere. Invece, qui vedo solo pretese”.
E mancano i soldi
Pochi soldi, il calcio è cambiato. E Ciro Blando non lo manda a dire. “Oggi ci sono presidenti che si vantano di avere una squadra, fanno promesse ma poi non riescono a mantenerle. Secondo me il calcio dilettanti sta finendo, se non è già finito”.
La crescita nella sua Torre Annunziata
Gli inizi nella sua Torre Annunziata. “Sono nato come allenatore per la prima volta con il Savoia di Ercolino Castaldo e il presidente Michele Gallo. Quell’anno fu bellissimo, poi girovagai nei settori giovanili tra Paganese, Terzigno e Sangiuseppese ma persi l’entusiasmo come allenatore. E iniziai come direttore sportivo”.
Opinionista oltre che dirigente
Per un periodo è stato anche opinionista. “La rubrica di tutti i martedì ‘Lo Dico Io’, era divertente e sferzante. Non immaginate quanti problemi le persone creavano per quello che dicevo, ma è stata una bella esperienza che ho arricchito anche con delle ospitate nelle tv locali”.
Il ricordo di Ciro Langella
Il calcio regala anche rapporti di amicizia importanti. “Mi manca tantissimo il mio amico Ciro Langella (preparatore atletico prematuramente scomparso, ndr). Quando morì mio fratello maggiore, conobbi Ciro che è rimasto come un fratello nel mio cuore che si è spezzato in due quando ho avuto la notizia della sua morte. Appena posso, vado al cimitero a salutarlo”.
Nonno nel pallone
A 70 anni Ciro Blando fa il nonno “Penso alla mia salute, sto a casa sull’altalena a dondolarmi e se qualche presidente ha bisogno di realizzare un progetto serio può chiamarmi. Ribadisco, deve essere serio, altrimenti non mi smuovo dall’altalena insieme ai miei nipoti”.
La lettera dei nipoti
E proprio i nipoti di Ciro Blando, Amelia, Carla, Rossella, Ludovica e Ciro hanno scritto alla redazione di BNItalia.it sapendo dell’intervista al loro super-nonno. “Nonno, per i tuoi settant’anni vogliamo farti un augurio speciale. Hai sempre aiutato tanti giovani e ragazzi togliendoli dalla strada. Infatti hai lasciato il segno in molti che tutt’oggi ti stimano e ti vogliono bene. Hai insegnato sempre a tutti i tanti valori di vita e di sport e lo stesso hai fatto con i tuoi figli e stai facendo con noi nipoti. Sei stato un esempio per tutti i tuoi giocatori dal primo giorno. Tanti auguri da tutti i tuoi nipoti”.
NOTA DEL DIRETTORE. In questa intervista Ciro Blando mi ha commosso riconoscendomi un ruolo importante nella sua visibilità da personaggio del mondo del calcio. Personalmente ringrazio lui per la disponibilità che aveva anche quando, da giovane giornalista sportivo, avevo bisogno di riferimenti. Negli anni ho sempre saputo di avere un amico, così come lui con me. Ci siamo divertiti tanto e litigato, ma la porta di casa sua è stata sempre aperta. Al di là del calcio. Buon compleanno Ciro, il tuo amico Gigi.