venerdì, Dicembre 6, 2024
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Come funzionava il droga shop a Torre Annunziata

Come funzionava il droga shop a Torre Annunziata. Secondo l’Antimafia, che ha emesso l’ordinanza per i 12 arresti a Torre Annunziata per traffico di droga ed estorsioni, il sistema di spaccio nella città oplontina era ben organizzato. Così, i Carabinieri del nucleo operativo oplontino hanno eseguito un’ordinanza del Gip del Tribunale di Napoli sulle richieste di custodia cautelare della Direzione Distrettuale Antimafia che vede a capo Nicola Gratteri con gli aggiunti Sergio Ferrigno e Valentina Sincero.

Abbellito, Gallo, Gallo Battipaglia e Colonia fornivano le piazze di spaccio. A casa di Giuseppe Agnello, invece, si riunivano per i summit di camorra che aveva la sua centrale operativa nella stessa via Sambuco. A gestire lo spaccio erano le sorelle Monaco e Pallonetto. De Rosa, invece, aveva il ruolo di distributore e Visiello di fornitore. Insomma, funzionavano come un’azienda finalizzata allo spaccio di droga con ruoli e compiti ben definiti.

I 12 arrestati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Gli arresti partono dell’inchiesta che ha avuto già un primo filone. Stavolta, le indagini si sono sempre concentrate sui conflitti dei clan Gionta e Gallo – Cavalieri con i giovani del Quarto Sistema del rione Penniniello.

Gli inquirenti hanno ricostruito anche l’agguato nei confronti di Giuseppe Carpentieri, genero di Valentino Gionta, che nel 2020 fu oggetto di un raid mentre prendeva il sole. Adesso, Carpentieri, marito di Teresa figlia di Valentino, è in carcere. Secondo le indagini, da qualche anno i due clan storici di Torre Annunziata hanno deciso di non farsi la guerra. Un patto comunque armato ma che li porta a difendersi dalla voglia di emergere e conquistare territorio del Quarto Sistema. 

Tra i 12 arresti effettuati ieri a Torre Annunziata nel corso di un blitz scattato all’alba, ci sono anche nomi legati ai due clan. Giuseppe Agnello, ‘o Patriota, si sarebbe occupato di estorsioni per conto del clan Gallo – Cavalieri. Stesso incarico avrebbe avuto anche Giuseppe Montemurro, alias Peppe con la barba, ma per conto del clan Gionta. Accusati invece di aver rifornito i rioni dello spaccio Salvatore Abbellito, Giuseppe Colonia, Carmine De Rosa, Gennaro Gallo Battipaglia, Salvatore Gallo, Angelo Vastola e Vincenzo Visiello, già detenuti. In carcere anche le “trafilare”, ovvero le sorelle Luisa e Giuseppina Monaco, legate ai Tittoni. Invece, Francesco Pallonetto, di 43 anni,  accusato di aver favorito il clan Gionta.

La DIA, con il nucleo Carabinieri oplontino, ha ricostruito come funzionava il droga shop a Torre Annunziata e lo ha smantellato.

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