Dramma per 300 lavoratori del Castello delle Cerimonie. Non è un bel momento per il Grand Hotel “La Sonrisa”, più noto come “Il Castello delle Cerimonie”. Il nome dato alla trasmissione tv, è stato confiscato e affidato al comune di Sant’Antonio Abate. Dopo la confisca arrivano le disdette. I telefoni della reception sono intasati da giorni. Coppie, famiglie e festeggiati che da tempo hanno prenotato per trascorre i loro giorni più belli nella location più conosciuta del napoletano, vogliono sapere che cosa accadrà.
E’ inutile negare che il danno economico è notevole. Il punto è che non riguarda solo i clienti, che molto probabilmente chiederanno indietro l’anticipo dato per bloccare date e sale. Il disagio maggiore riguarda gli operai. Sono circa 300 le famiglie che in seguito alla confisca stanno temendo per il loro futuro. Il Castello delle Cerimonie è una vera e propria azienda. Oltre ai dipendenti fissi e stagionali, il cui numero è pari a 150, ci sono i fornitori. Il lavoro del Grand Hotel è una catena di montaggio. Macellai, pescivendoli, fruttivendoli, cuochi, pasticcieri, fornitori vari, personale di sala. Tutto è legato alle feste organizzate al Castello delle Cerimonie.
I lavoratori del Castello delle Cerimonie
A farsi sentire sono proprio gli operai, l’anima della location principesca. Alle 8 di questa mattina si sono riuniti all’hotel per poi dirigersi verso il Comune di Sant’Antonio Abate. Il loro obiettivo è quello di chiedere che una loro delegazione venga ricevuta dalla sindaca, Ilaria Abagnale. A lei intendono manifestare le proprie preoccupazioni e la richiesta di attivarsi per assicurare all’hotel la continuità lavorativa che rappresenta, per Sant’Antonio Abate, un’importante fonte di reddito per circa 300 famiglie.
La confisca è arrivata il 15 febbraio con una sentenza della Corte di Cassazione e con essa la prescrizione di alcuni reati commessi dagli indagati. Una vicenda iniziata nel 2011, quando gli inquirenti contestarono alla famiglia Polese una lunga serie di abusi edilizi risalenti al 1979, su un’area ampia oltre 40mila metri quadri. Oggetto della confisca sono gli immobili e i terreni su cui sorge la struttura che saranno acquisiti nel patrimonio immobiliare del Comune di Sant’Antonio Abate. Un dramma per 300 lavoratori del Castello delle Cerimonie, senza considerare quelli che ne beneficiano dall’indotto.