Una tragedia che ha scioccato l’intera comunità campana e ora prende contorni sempre più agghiaccianti. Martina Carbonaro, 14 anni, è stata ritrovata senza vita in un casolare abbandonato ad Afragola, nei pressi dell’ex stadio “Moccia”. A ucciderla, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato Alessio Tucci, il suo ex fidanzato, poco più grande di lei.
Dietro il volto pulito e apparentemente sereno di Alessio, secondo gli investigatori, si celava una freddezza lucida e premeditata. Quattro colpi di pietra alla testa, inferti con violenza, forse con Martina ancora viva. Poi il corpo è stato sepolto sotto rifiuti, calcinacci e persino un armadio, in un tentativo disperato e macabro di nascondere l’orrore.
Non solo. Dopo l’omicidio, Alessio avrebbe dato il via a un piano “B”: avrebbe recuperato il cellulare della ragazza, nascosto in un’intercapedine del casolare in cui, anni fa, viveva un custode. Ha poi eliminato la scheda SIM e fatto rientro a casa, dove avrebbe chiesto di lavare i pantaloni, presumibilmente sporchi di sangue.
Nel frattempo, la messinscena. Si sarebbe prodigato nelle ricerche di Martina insieme alla madre della giovane, fingendo angoscia e partecipazione. Interrogato dai carabinieri, ha mantenuto sangue freddo, fornendo una versione minimalista dei fatti: «L’ho solo accompagnata sotto casa, di più non so».
A un parente che gli aveva chiesto notizie, avrebbe risposto con un messaggio che oggi suona beffardo:
«Non ho dormito tutta la notte, sono preoccupato anche io».
Una storia che fa male, che apre interrogativi su educazione sentimentale, violenza giovanile e riconoscimento dei segnali d’allarme. Una storia che, ancora una volta, spezza una vita giovanissima e lascia una comunità intera in lacrime.