Emozioni alla scuola Anardi nel Giorno della Memoria. “L’Anardi è uno stato d’animo” dice sempre il preside Gugliemo Formisano. E anche stavolta l’Anardi è emozione. L’Istituto comprensivo di Scafati è quanto di meglio possa dare una scuola. La straordinaria offerta formativa presentata da alunni e professori che trasferisce tutte le sue conoscenze nel ricordo. Impossibile non commuoversi.
Entrare nella scuola guidata dal preside Formisano è entrare a far parte di una comunità che ha una mission ben precisa: si esce dall’Anardi quando si cresce come studenti e come ragazzi. Cultura e valori che si intrecciano e che vedono lo spasmodico impegno del corpo docenti con la vicepreside Alessandra Di Masi che si prodiga anima e corpo, tutto il giorno, per gli alunni. Un sistema, un modo di essere, che coinvolge tutti, che vede anche l’importante lavoro dei collaboratori scolastici sempre riconosciuto e rispettato.
E diciamolo: stavolta all’Anardi hanno esagerato. I genitori presenti non hanno potuto trattenere l’emozione. L’orchestra guidata dal prof Noto ha suonato l’Inno di Mameli con una sorta di struggente sacralità che riportava alla mente le conquiste della nostra Italia. La più importante: la Libertà. Rappresentata da farfalle che volano nel cielo mentre una bici transita sulle note de La Vita è Bella. Insomma, quante emozioni alla scuola Anardi nel Giorno della Memoria. E quando viene trasmesso un video con tutte le immagini della rappresentazione delle deportazioni degli ebrei le lacrime scendono da sole. Ma a salire è l’orgoglio di chi ha deciso di far sì che i propri figli potessero scegliere l’Anardi. “Uno stato d’animo”, ha proprio ragione il dirigente scolastico Guglielmo Formisano. Un preside che ama la scuola, la cultura ma che è un visionario per il modo in cui si proietta nella società.
Emozioni alla scuola Anardi: il video e le foto struggenti degli studenti
Nell’organizzare il nostro Open day in prossimità del Giorno della Memoria, ci siamo chiesti se esso sarebbe potuto diventare anche un’occasione per riflettere insieme sulla tragedia della Shoah e per ricordare, in un momento storico particolarmente drammatico come quello che stiamo vivendo, tutte le vittime innocenti che hanno perso la vita a causa dell’odio e dell’intolleranza.
Per noi, come comunità scolastica, è importante, infatti, impegnarci a non dimenticare mai quello che è accaduto e, soprattutto, a lavorare insieme per costruire un mondo più giusto e pacifico.
Abbiamo voluto farlo a modo nostro, tessendo in unico filo conduttore i diversi linguaggi della musica, dell’arte, della poesia, del cinema, della danza. La nostra, infatti, è la scuola dell’”Imparare facendo” e dell’interdisciplinarietà, dove tutti si mettono alla prova mettendo in pratica le conoscenze e le competenze acquisite e vedono valorizzati i propri talenti.
Sul palco diversi momenti. Alcuni commoventi, emozionanti, altri di riflessione e altri ancora che ci strapperanno un sorriso. Una nota particolare merita il video di apertura, che è stato ideato e realizzato interamente dai nostri ragazzi che hanno impersonato con commossa partecipazione donne e uomini ebrei, vivendo così sulla propria pelle la tragica esperienza della deportazione nei lager nazisti. Il nostro è stato un impegno corale e profondamente sentito. Abbiamo voluto in questo modo offrire il nostro piccolo contributo per combattere l’indifferenza, che, usando le parole di Liliana Segre, è più colpevole della violenza stessa e ponendo l’accento sull’importanza della memoria, perché, come dice Anna Frank, “Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”.
Se dovessi morire,
Refaat Alrareer
tu devi vivere
per raccontare
la mia storia
per vendere le mie cose
per comprare un po’ di carta
e qualche filo,
per farne un aquilone
(fallo bianco con una lunga coda)
cosicché un bambino,
da qualche parte a Gaza,
guardando il cielo
negli occhi
in attesa di suo padre che
se ne andò in una fiamma
senza dare l’addio a nessuno
nemmeno alla sua stessa carne
nemmeno a se stesso
veda l’aquilone, il mio
aquilone che tu hai fatto,
volare là sopra
e pensi per un momento
che un angelo sia lì
a riportare amore.
Se dovessi morire,
fa che porti speranza
fa che sia un racconto!
L’ultima poesia di Refaat Alrareer, intellettuale e poeta palestinese, professore di letteratura inglese e fondatore del progetto «We are not Numbers». Alrareer è stato ucciso da un bombardamento mirato israeliano il 6 dicembre 2023 nella Striscia di Gaza.
La scuola Anardi ha partecipato con la sua orchestra e con i suoi dirigenti, tra cui il preside Guglielmo Formisano, all’intitolazione del I° Circolo alla maestra Anna Ferrara. Il ricordo della maestra è stato raccontato nel nostro articolo su BNItalia che riporta anche tutte le foto della manifestazione.