Ergastolo per Carmine Alfano, il 39enne di Scafati originario di Torre del Greco. Secondo la Corte d’Assise di Salerno è stato lui il mandante dell’omicidio di Armando Faucitano. Inoltre, sempre secondo i giudici, sarebbe stato anche uno dei due esecutori. Oltre alla condanna di Alfano, ci sono anche due assoluzioni. Quella di Marcello Adini, che secondo la Corte non era sullo scooter e quindi non faceva parte del commando. Adini difeso dall’avocato Francesco Marone. E quella di Pasquale Rizzo che, invece, non avrebbe portato la vittima sul luogo del delitto. Rizzo, invece, difeso da Pasquale Morra. Per la stessa vicenda, invece, condannato a 4 anni Giovanni Barbato Crocetta. Secondo i giudici, avrebbe assemblato lo scooter usato per l’omicidio, con pezzi di altre moto rubate, modificandolo. La moto, dopo l’agguato, abbandonandola nel Rio Sguazzatorio.
Il delitto di Armando Faucitano
Armando Faucitano assassinato il 26 ottobre 2015. I killer gli tesero l’agguato nella zona San Pietro, nella piazzetta Falcone e Borsellino. Secondo le indagini, Faucitano fu ucciso con 13 colpi mentre era seduto su una panchina, perché non aveva onorato un pagamento di 700 euro ad Alfano. Secondo gli inquirenti erano soldi legati a una partita di cocaina, hashish e marijuana. A svelarlo un pentito di camorra ritenuto attendibile. Dietro l’omicidio, però, non c’era solo il debito di 700 euro seconfo gli investigatoi. Faucitano fu ucciso per dare un segnale. Infatti, gli inquirenti ritengono che Carmine Alfano, condannato all’ergastolo, fosse legato al clan Aquino – Annunziata operante nel territorio tra Boscoreale e Scafati. Per questo, è scattata anche l’aggravante del metodo mafioso, che i giudici hanno tenuto in considerazione.
Le assoluzioni
Assolto, invece, Vincenzo Alfano, fratello di Carmine Alfano, condannato all’ergastolo. Vincenzo Alfano, secondo la Corte, non avrebbe agevolato la fuga dei killer che hanno ucciso Armando Faucitano. Assolti anche Vincenzo Pisacane e Antonio Matrone, ma le accuse nei loro confronti non erano legate ai fatti principali dell’indagine.
Le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Salerno saranno depositate tra 90 giorni. Dopo il deposito, le parti potranno ricorrere in appello.