sabato, Dicembre 7, 2024
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Il Napoli da solo nelle campagne antirazzismo

Il Napoli da solo nelle campagne antirazzismo. “Il Napoli ha comunicato già che qualsiasi iniziativa sarà fatta dal Napoli e non più per interposta persone di enti e associazioni. Quindi all’iniziativa del prossimo turno di campionato in campo, la campagna “Keep racism out” non parteciperemo. Andremo avanti da soli”. Lo ha detto Tommaso Bianchini, responsabile marketing del Napoli, ritornando, dopo l’assoluzione di Acerbi, la scelta del club azzurro annunciata già ieri. Le sue dichiarazioni in occasione della presentazione della nuova maglia del Napoli che sarà indossata sabato contro l’Atalanta. Per combattere l’antirazzismo di facciata che il Napoli non digerisce.

Per il Napoli “a questo punto il colpevole dovrebbe, per la “giustizia” sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente. Non è ragionevole pensare che abbia capito male. Il principio di maggiore probabilità di un evento, ampiamente visibile dalla dinamica dei fatti e dalle sue scuse in campo, che nella giustizia sportiva è preso in considerazione, scompare in questa sentenza. Restiamo basiti. Inoltre, se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, “è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte…dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo”, perché – si chiede il Napoli – non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione? Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, “essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa”, nessuna decisione è stata assunta dalla giustizia sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti.

La reazione di Juan Jesus è tacita ma eloquente, mentre i tifosi azzurri insorgono sui social. “Siamo alla tolleranza del razzismo, una strada completamente sbagliata pensando all’odio di alcune tifoserie anche nei confronti di Napoli e dei napoletani. Con questa sentenza giustifichi anche slogan come ‘lavali col fuoco’. Parole così gravi devono essere condannate, anche se esiste un dubbio”, scrive Gianluca. “Siamo in un periodo in cui cresce la sensibilità contro il razzismo, ma si assiste anche alla tendenza opposta e non si può lasciare che in campo accada questo”, argomenta Marco. “Se fossi in Juan Jesus – scrive sui social Massimiliano – farei una conferenza stampa. Ringrazierei il Napoli e i napoletani e chiederei la rescissione del contratto per lasciare l’Italia e tornare in Brasile. Lo farei sul serio al posto suo”.

Ma c’è anche chi a Napoli crede che la polemica dovesse chiudersi a fine partita: “Mi sembra corretta l’assoluzione – spiega Amedeo -. Perché mi baso sulle dichiarazioni di Juan Jesus dopo la partita, che ha chiuso in maniera perentoria e civile l’argomento dicendo di accettare le scuse. Poi la vicenda è stata riaperta per la Nazionale, ma il diretto interessato l’aveva chiusa”. Sui social si esprime anche Bruno Siciliano, docente di robotica alla Federico II e grande fan del club azzurro. A suo avviso la sentenza “conferma che l’Italia è un paese profondamente razzista”, e lancia una sfida ad Acerbi: “Se hai gli attributi allora devi querelare Juan Jesus per diffamazione”.

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