Si difende “con forza” e nega tutto, davanti al gip che l’ha fatta arrestare, la professoressa di sostegno trentottenne accusata di abusi sessuali su sette ragazzini di una scuola media di Castellammare di Stabia dove svolgeva l’incarico di insegnante di sostegno.
“Ho la coscienza pulita”, ha ripetuto. L’interrogatorio di garanzia è durato tre ore. Tre ore durante le quali la giudice delle indagini preliminari del tribunale di Torre Annunziata, Luisa Crasta, ha chiesto chiarimenti sui fatti avvenuti nella ‘saletta’, la stanza appartata dell’istituto dove sarebbero avvenuti gli abusi, e sulle chat rinvenute nei cellulari degli alunni e della stessa professoressa. La quale, rispondendo alle domande, assistita dall’ avvocato Francesco Cappiello, ha sottolineato di non meritare le accuse che le sono state mosse. Ha negato di aver indotto i ragazzini a compiere atti sessuali e di averne abusato, spiegando che le conversazioni sulle quali si è concentrata l’attenzione degli inquirenti riguardano solo uno dei ragazzini e sono state estrapolate e decontestualizzate.