di Giuseppe Di Leva
Maria Rispoli, autrice del miracolo del Quisisana. In una stupenda mattinata di inizio aprile, arrivo al Museo archeologico dell’antica Stabiae accompagnato in auto. Si stanno completando degli imponenti lavori di risistemazione del vialone d’accesso alla Reggia del Quisisana. La strada è costituita solo da un bianchissimo brecciolino, reso lucente dal forte sole che si distende, stiracchiandosi, sopra le pietruzze. Ai lati del viale si stanno ripiantando gli ippocastani, al posto di quelli, storici, che si erano tristemente ammalati.
Fra pochi mesi, tuttavia, si avrà un quadro totalmente diverso da quello odierno, dove sembra di essere piombati in un cantiere edile. Con la crescita dei giovani virgulti, ora appena piantati, fra qualche anno si avrà un degno biglietto da visita per varcare, infine, l’ingresso del grande portone della Reggia borbonica e, da lì, del Museo.
Comunicare il museo
Aperto da appena un mese, questo Museo – dedicato a Libero D’Orsi, il ‘Riesumatore’ di Stabiae – è già un caso di studio. Per concepire la corretta fruizione di un’istituzione culturale che non voglia accogliere solo un pubblico ‘specializzato’. Ma anche quei ‘pubblici’ che ormai vedono la cultura come oggetto di consumo e a cui bisogna offrire, invece, un ‘senso’ diverso da quello dell’approccio-smartphone a cui oggi sono velocemente condannati siti archeologici e musei. Ma, di questo, semmai, ci occuperemo nella seconda parte di questa mini inchiesta.
Maria Rispoli, la direttrice
Adesso, invece, corre quasi l’obbligo di soffermarsi sul massimo dirigente del Museo, sull’autore di questo autentico ‘miracolo’ che in appena due anni ha messo in piedi un progetto non solo allestitivo di spessore, oserei dire anche visionario, di un museo piazzato sul ‘pizzo di montagna’, ma che in breve farà della Reggia, o del Quisisana un vero e proprio polo culturale non solo di stampo territoriale.
Si chiama Maria Rispoli, stabiese di quasi cinquant’anni, la regista del capolavoro di questo museo archeologico ospitato nel ‘nido d’aquila’ della Reggia del Quisisana.
Alta, quasi svettante sui gruppi che accoglie con entusiasmo nelle visite speciali al nuovo allestimento, gentilissima e di una disponibilità quasi commovente, Maria Rispoli è la ‘custode’ silenziosa di un lavoro fatto appunto in silenzio e che in silenzio va gustato, sorseggiato, sala per sala, vetrina per vetrina.
Il progetto di allestimento, la cura dei dettagli e la sensazione di ritrovarsi in un luogo magico, quasi fuori dal tempo, vengono offerti al visitatore con discrezione, senza effettacci, giusta qualche concessione ‘visiva’ – anche se sarebbe più corretto, come scritto sopra, definirla ‘visionaria’ – a chi non è avvezzo alla lettura attenta delle didascalie, comunque esaurienti.
La Direttrice si muove nelle sale del museo come nelle stanze di casa sua, anche se non ha avuto – sembra incredibile a dirlo, ma è il segno del senso di dovere di questa ‘gentildonna’ impegnata in tante mansioni all’interno del Parco Archeologico di Pompei – manco il tempo di gustarselo pienamente il ‘suo’ museo, coccolarselo con lo sguardo che vada oltre quello della archeologa classica, e cioè con lo spirito del visitatore stupito dalla bellezza messa, appunto, in mostra.
Il ‘cursus honorum’ di Maria Rispoli
Laureatasi nel 2002 in Lettere Classiche ad indirizzo archeologico presso l’Università Federico II con una tesi in Archeologia e Antichità della Magna Grecia, dedicata alla collezione preromana del Museo Correale di Terranova a Sorrento, Maria Rispoli si specializza poi in Archeologia tre anni dopo la laurea, ancora con una tesi relativa all’area archeologica sorrentina, la necropoli di Trinità a Piano di Sorrento.
Proprio in questa località si concentrano le prime significative mansioni di responsabile di scavo. Alle quali seguono quelle della necropoli ellenistica e romana di via Nicotera a Vico Equense e di altre attività sempre in area sorrentina. Ma è sulla progettazione di mostre e dei suoi contenuti che la Rispoli già offre, ‘in nuce’, l’idea di quanto poi realizzato ora per Stabia.
Al principio del 2010, infatti, prende parte al Progetto di comunicazione e di valorizzazione dei Bronzi di Riace “L’Attualità del Passato” su commissione del Consiglio regionale della Calabria. Per questo progetto provvederà, soprattutto, alla pubblicazione del volume ‘I Bronzi di Riace, un valore per la Calabria’. Oltre alla collaborazione della creazione del sito web dedicato al restauro dei due famosi Bronzi.
Dopo altre attività di direzione di scavo, progettazione di allestimenti espositivi, di comunicazione e consulenza scientifica in materia di valorizzazione e promozione culturale anche in ambito privato, arriva, nel febbraio del 2019, l’assunzione a tempo indeterminato presso il Segretariato Regionale per il Ministero per i beni e le attività culturali per la Basilicata in qualità di funzionario archeologo, dopo l’idoneità conseguita al concorso del MIBAC del 2016.
L’arrivo a Pompei
Poi, nell’ottobre del 2020, il ‘salto’ a Pompei. Scorrere la lista delle mansioni che Maria Rispoli svolge da quel momento a Pompei fa davvero venire il mal di testa. Sono tutte attività di estrema responsabilità (cito solo il ruolo di RUP per alcune delle più importanti attività di scavo e restauro in corso a Pompei come il cosiddetto Thermopolium della Regio V, la Casa di Leda o la Domus del Larario) che la Rispoli esegue con scrupolo e soprattutto godendo della fiducia di colleghi e il rispetto anche delle maestranze che operano negli Scavi più famosi del mondo.
Il progetto del museo di Stabiae
Dal 2022 poi, in soli due anni, Maria Rispoli mette mano al progetto di riallestimento del museo e del parco della Reggia ( progetto di un nuovo allestimento del Museo e dei depositi, restauro e riqualificazione della Torre Colombaia), che viene quindi dapprima chiuso per poi riaprirlo ad inizio del marzo scorso, in quella che apparve subito come una giornata di ‘rinascita’, l’ennesima per l’antica Stabiae che, adesso, ha il suo museo e il cui itinerario espositivo merita un racconto tutto suo. Per il momento una lode alla sua Direttrice Maria Rispoli, gentildonna stabiese.