Come un pomeriggio di fuoco con l’ex per il Napoli. La squadra di Calzona se lo regala a Monza, vincendo 4-2. Va prima sotto con la rete di testa di Djuric su assist di Zerbin (a cui Palladino ha trovato la giusta collocazione) e poi dopo un primo tempo di corteggiamento dilaga. Lo fa nella ripresa, alla maniera del vecchio Napoli. Nel ricordo di quella squadra che meno di un anno fa incantava l’Italia vincendo lo scudetto. Ed era competitiva anche in Champions League. In pochi mesi tutto è stato cancellato, gettato via, come in una storia d’amore che finisce perché bruciata in fretta per la sua veemenza.
Ma in un pomeriggio eccolo quel fuoco mai sopito, quell’ardore che travolge, appassiona, trascina. Quel Napoli che da qualche parte si era nascosto in giro per l’Universo. Nel pomeriggio di fuoco c’è un travolgimento di emozioni: dallo stacco imperioso di Osimhen che fa 1-1 al capolavoro a palombella di Politano che si infila nel sette per il ribaltone. Zielinski, anche lui battuto di vitale di quella storia di un anno fa, calcia dal limite a palla coperta e mette sotto la traversa il terzo gol.
Così, arriva lo schiaffo, per tenere a distanza le illusioni e tornare un attimo alla realtà, e quello lo tira Colpani per il 3-2.
Però, vuoi mettere che bisogna ricordare anche i gol della panchina di Raspadori? E allora è 4-2. Per non farsi mancare niente, per essere risucchiati in quel vortice di rimpianti. Quelli di un amore finito e che non ritorna, che sta nelle evidenti ferite lasciate dagli errori di Juan Jesus che riporta alla realtà crudele di un momentaccio.
Un pomeriggio di fuoco con l’ex per il Napoli, ma è troppo tardi. Sono stati 15 minuti in cui il cuore è tornato a battere nel rivedersi. I sogni sono stati i primi a dirsi addio, poi lo faranno i protagonisti in estate.
