sabato, Dicembre 7, 2024
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Nazario Matachione tra Savoia, Torre Annunziata e futuro

Nazario Matachione tra Savoia, Torre Annunziata e futuro. L’intervista a BNItalia del presidente onorario e membro del CDA di Casa Real Holding fuga tutti i dubbi e le illazioni, mettendo in risalto l’uomo, il manager, l’imprenditore e l’appassionato di sport che nella sua vita ha sempre puntato al gradino più alto. Dagli allenatori ai soci per finire ai candidati sindaco. E’ un Matachione senza peli sulla lingua, con un solo grande interesse: il futuro glorioso Savoia.

Presidente, siamo alla vigilia della resa dei conti sia in campo che fuori. Nazario Matachione il Savoia è a un passo dalla salvezza. Come vive questa fase?

Alla resa dei conti è un termine che non mi si addice. Rispondo perché ho stima di lei, io faccio solo i conti. E i conti sono quelli che ad oggi il Savoia è salvo e stiamo rispettando in pieno il programma stabilito a luglio scorso. Se fotografiamo la situazione oggi, siamo salvi – afferma Nazario Matachione parlando di Savoia -. Sabato c’è una partita importantissima, ma in realtà ne saranno tre. Per me non esiste quella meno importante. Real Forio, Puteolana e Afragolese sono avversarie contro cui dare il massimo per ottenere l’obiettivo programmato.

Nazario Matachione parliamo del Savoia. Ha ribaltato ogni pronostico scegliendo Campilongo come allenatore e la squadra è quasi salva con un mese di anticipo. Obiettivo quasi raggiunto, insomma…

L’anno scorso abbiamo fatto tutto in fretta e costruito la squadra in fretta. Ora stiamo facendo una sorta di collaudo. Da presidente della Casa Reale Holding dico che abbiamo due allenatori importanti: Carmelo Condemi e Sasà Campilongo. Sono tecnici di altre categorie e stiamo facendo prove tecniche di trasmissione pensando già all’anno prossimo. Tutto ciò che facciamo ora è per costruire il futuro.


Pur avendo lei una forte personalità, autoritaria, in questi anni non ci sia stato mai uno solo spiffero tra i soci. Si può dire che ha creato una compagine societaria molto affiatata, cosa non facile…

Quando esiste una società solida, forte, ambiziosa e dove in questa società ognuno è un colosso, non c’è la necessità di prevaricare. In questi casi si delega un solo soggetto manager, come nel mio caso, che a fine campionato fa un resoconto e relaziona. Gli obiettivi erano due e li stiamo raggiungendo. In passato, invece, nella mia avventura non avevo soci, ma solo persone che volevano fare i presidenti con i miei soldi. Oggi la CRH mi ha conferito pieni poteri per portare avanti il progetto, fermo restando la distinzione tra le due società. Casa Reale, infatti, del Savoia è sponsor ufficiale e partner principale del club detenuto dal principe Emanuele Filiberto. Invece la CRH detiene esclusivamente la proprietà del Portici, quindi siamo in regola con le normative federali. Ogni società (Savoia e Portici) è gestita a livello federale in maniera autonoma e indipendente dai rispettivi amministratori.
Se c’è unione d’intenti è perché Emanuele Filiberto di Savoia, Tina e Alfonso Santillo e Marcello Pica sono grandi soci e grandi persone. Avere poi un amministratore delegato come Arcangelo Sessa rende tutto più facile.
Quando parliamo della CRH parliamo di una società di carattere internazionale. Abbiamo già aperto in 167 Paesi al mondo un qualcosa che sarà unico nel mondo della moneta elettronica. Non una banca, ma di più, perché si potranno sottoscrivere conti correnti esclusivi con Carta Reale con il supporto del circuito Mastercard. Siamo già presenti in tutti gli Apple Store e nei Playstore di Android e dal 18 aprile i servizi saranno accessibili anche in Italia.
Consentitemi di ringraziare anche altre due figure per noi importantissime che sono vicine alla squadra, Francesco Servillo e Giuseppe Nella, unico imprenditore locale che è al nostro fianco.

Ritiene che la compattezza societaria rientri in sostanza nella sua nuova vita da manager che, vissuta anche da imprenditore, le consente di guardare le cose da più punti di vista?

Nella mia vita ho sempre operato da imprenditore. Dopo tutte le mie note vicende, ho dovuto trasformarmi in un super manager. Ho portato avanti il progetto della mia vita. Pertanto oggi ho una visione a 360° che in pochi hanno, in quanto comprendo le esigenze di un imprenditore che deve rientrare degli investimenti, ma con l’esperienza manageriale.

Nazario Matachione, lei in prima persona si è espresso sulla vicenda Giraud. Ora si attende lo studio di fattibilità per un impianto che sia adeguato alla programmazione della Casa Reale Holding…

Ci tengo a chiarire che, non per presunzione, ma tutta la vicenda Giraud è stata tirata fuori da noi e devo ringraziare i tre commissari prefettizi. Gli organi di Governo hanno subito chiarito ogni punto, ma stanno anche realizzando un progetto di fattibilità per fare in modo che il nuovo sindaco possa, come primo atto, poter adeguare lo stadio per la Lega Pro. Anche perché, attualmente, non solo non potremo avere la disponibilità del Giraud per gennaio 2025, ma una volta avuta quella lo stadio non sarà comunque adeguato.
Le persone sono ignoranti in materia federale – dice Nazario Matachione riferendosi all’iscrizione del Savoia -, non sanno che se noi iscriviamo la squadra in D e vinciamo il torneo a Cardito non abbiamo in C la proroga per il campo a Torre Annunziata, ma per l’impianto dove giochiamo.
Ciò vorrebbe dire che se il nuovo sindaco non dovesse adeguare lo stadio, saremo costretti a bloccare il nostro progetto e non portare avanti il nostro programma. Il futuro primo cittadino si prenderà una bella responsabilità di fronte al progetto calcio.
Non comprendo, in tutto ciò, attacchi strumentali rispetto a questa nostra richiesta. Ciò non significa che il sindaco non debba fare altro. Ma lo stadio è patrimonio di Torre Annunziata, il sindaco deve fare lo stadio e anche tutto il resto. Prima di creare Torre capitale della cultura credo che bisogna ricostruire da zero. Iniziamo a creare senso civico e ricostruire una città demolita e tra le macerie, purtroppo, c’è anche lo stadio.

Nel 2015, quando era fuori dal calcio, promise che sarebbe rientrato. Promessa mantenuta, ma nel suo primo “mandato” il Savoia giocava al Giraud e lottava per la serie C. Oggi è stato più difficile o più agevole rilevare il club?

Se facessi un’indagine direi che mai nessun presidente della storia è rientrato come sono rientrato io. Rappresento la storia del Savoia, ho fatto due anni di fila alla guida del club e sono rientrato quando gli altri non sono rientrati. C’erano solo fallimenti e morti sportive. Mai nessun presidente ha iniziato la sua esperienza giocando lontano dal Giraud, questo è il terzo anno in esilio per noi. Abbiamo dei primati: aver avuto il club per altri due anni, ed essere ritornato.
Io sono rientrato con una società importante alle spalle e con Emanuele Filiberto di Savoia, nel club che ha il nome delle origini della sua famiglia ed è il primo che, insieme agli altri soci, fa investimenti. Inoltre, ha grande passione da tifoso. Ora sono in una società tutta importante, non saprei a chi assegnare la palma di migliore. Anzi, l’assegno a tutti.

Torre Annunziata va alle urne per le elezioni del nuovo sindaco. Ha detto di restare equidistante da ogni vicenda politica, ma di sostenere chi garantirà al Savoia di riprendersi il suo stadio e fare calcio in una struttura adeguata. Al momento che idea si è fatto dei candidati?

Al momento devo dire che c’è una cosa che mi angoscia: dopo tutti gli appelli che ha fatto Emanuele Filiberto nessun candidato sindaco si è fatto vivo o si è fatto sentire con noi del Savoia. Sento parlare di cultura in una città rasa al suolo, che bisogna adeguare. La città vive nel degrado, non ho sentito una parola da quel poco che ho letto verso il Savoia. Forse Cuccurullo avrà altre priorità, dico riferendomi a lui.
Invece, D’Avino è un giovane ed è bello vedere l’entusiasmo, ma forse non avrà buoni suggeritori, paga l’inesperienza. Non l’ho mai sentito parlare né dello stadio, né del Savoia. Un giovane che doveva essere il primo a chiamarci, ma è importante che ci sia qualcuno che vuole portare innovazione. E spero che possa ottenere anche un consigliere comunale per dare voce dei giovani nell’assise cittadina. Io all’età di 27 anni avevo già aperto una delle farmacie più grandi in un centro storico a Torre, forse perché sono stato già vecchio da giovane. Anche Maradona a 16 anni ha giocato i Mondiali, così Pelè. Non so di cosa si occupa D’Avino, ma gli fanno onore il coraggio e l’ambizione politica.
Per ora ci sono soltanto due persone che hanno parlato di calcio e questo mi è piaciuto. Uno è Giuseppe Manto, segretario del Pd cittadino, che in una discussione sui social mi ha fatto emozionare per il suo attaccamento al Savoia e c’è stato un interscambio di battute. Mi fa piacere, insomma, che l’esponente di un partito ne parli.
Altra persona che ha suscitato in me una grande emozione, è una persona che mi ha chiamato senza ancora essere candidato, ovvero il prof Carmine Alfano ordinario di chirurgia ricostruttiva dell’Università di Salerno. Mi ha mostrato vicinanza. Mi ha detto che il Savoia è importante e rappresenta Torre. Se dovessi fare una scelta, io voterei Giuseppe Manto e Carmine Alfano.
Spero, però, che l’obiettivo stadio se lo assumano tutti i candidati sindaco. Noi chiederemo un protocollo d’intesa, ma non dite che la nostra è una minaccia, sono stanco di questi termini. Io dico: a Torre Annunziata il calcio lo vogliono? Terzigno, ad esempio, ha investito con un squadra in Prima categoria. A Torre i soldi delle Universiadi come sono stati investiti visto che il campo è smantellato? Questa è la vergogna assoluta. Lo stadio è l’emblema della politica degli ultimi 20 anni che ha distrutto una città intera.

Perché è così visceralmente legato a Torre Annunziata e al Savoia?

Mi sono legato a Torre Annunziata perché rappresenta, nell’ambito della famiglia, la quarta generazione della farmacia creata da mia mamma. Quando lei si ammalò, nel ‘94, io all’età di 24 anni dovetti prendere le redini in mano, con tante difficoltà che c’erano in città. Arrivare a Torre a quell’età era una scelta di vita. Quando il Savoia fu promosso in serie B nasceva l’amore con la città con la quale io diventavo un tutt’uno. Vedere il Savoia in B e poi fallito fu un dolore. Mi promisi che come imprenditore mi sarei dedicato anche al calcio. Fui chiamato in giunta Cucolo nel 2000 e nel 2003 quando un imprenditore napoletano che aveva portato il titolo stava per fallire e non ce la feci a non intervenire. Nel 2005 volevo proseguire con i giovani, ma i capi ultras preferirono che tornasse il passato ed è inutile ripeterlo.

Gli anni successivi sono stati solo comparse, illusioni e fallimenti. Il nostro impegno, di tutta la CRH è creare continuità. Nel calcio un anno si vince, un altro no, fa parte dello sport, è il gioco, ciò che conta è la stabilità societaria e la garanzia del futuro. Purtroppo, la continuità, la forza economica e la professionalità che sta mettendo la società in campo si scontra con forze avverse, mosse dalla politica e non. Parlo di gente che non vuole il cambiamento che ci ostacola perché ci vede cartina di tornasole dei precedenti fallimenti e lente di ingrandimento di interessi occulti.

Stiamo dimostrando che si può cambiare, che con le persone giuste è possibile riaccendere le coscienze e le valide motivazioni. Noi siamo scomodi.
Spero che la città si renda conto che chi osteggia questa società non ama Torre Annunziata. Dovremmo essere applauditi per il coraggio e la tenacia e questa di certo non può essere autocelebrazione. Se arrivasse un fondo arabo faremmo un passo indietro, il sogno è il Savoia in Serie A, con noi o meglio ancora con altri imprenditori se più forti. Il mio augurio è poter disputare un bel derby prima con la Turris, augurandole di restare in Lega Pro, e poi in B con la Juve Stabia. Questo è il mio augurio – conclude Nazario Matachione confessandosi sul suo Savoia -. Parlo in questa maniera, tra virgolette arrogante, perché ho alle spalle casa Reale Holding Spa, una grande società.

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Luigi Capasso
Luigi Capassohttp://www.bnitalia.it
Luigi Capasso, Direttore Responsabile di BNItalia, è un giornalista professionista. Ha iniziato come giornalista sportivo creando il sito Resport. Successivamente, è stato direttore di un quotidiano cartaceo e di diversi quotidiani on line. Conduttore e ospite televisivo, ha anche collaborato con diversi quotidiani nazionali.

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