mercoledì, Ottobre 9, 2024
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Scafati perde al Tar sui rifiuti. Grimaldi: “Asini o in malafede”

Scafati perde al Tar sui rifiuti. Grimaldi: “Asini o in malafede”. Scafati perde un ricorso al Tar per la gestione dei rifiuti e il consigliere di opposizione Michele Grimaldi spiega nel dettaglio la vicenda. Non è tenero con l’amministrazione Aliberti. In un passaggio sottolinea che fare ricorso contro una legge significa essere degli asini (se non si sa che si va incontro a una bocciatura) oppure in malafede se c’è interesse a nominare degli avvocati.

Questo il post in cui Grimaldi spiega nel dettaglio la vicenda.

𝐈𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐜𝐚𝐟𝐚𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐞 𝐥’𝐞𝐧𝐧𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐬𝐨 𝐝𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐢 𝐚𝐥 𝐓𝐀𝐑, 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐢𝐜𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐢. 𝐄 𝐜𝐨𝐬𝐢̀, 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐛𝐚𝐥𝐳𝐚𝐧𝐚 𝐨𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐨𝐬𝐩𝐞𝐝𝐚𝐥𝐞, 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐮𝐧’𝐚𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐥’𝐄𝐧𝐭𝐞. C𝐨𝐧 𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐢𝐫𝐞 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐯𝐯𝐨𝐜𝐚𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝐒𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐨 𝐧𝐨𝐦𝐢𝐧𝐚.

Ora, questo post potrebbe chiudersi qui, con solo una semplice domanda in aggiunta. Sono semplicemente asini – amministrativamente parlando – oppure sono in malafede, o entrambe le cose?

Ma noi crediamo che i cittadini e le cittadine abbiano il diritto ad essere informati, oltre gli slogan e le frasi retoriche. Dunque, anche se si dice che le persone non leggano oltre il quinto rigo, noi pensiamo che le scafatesi e gli scafatesi debbano invece avere sempre la possibilità di comprendere quello che accade al Comune. E cosa si decide sulle loro teste e, soprattutto, con i loro soldi.

E quindi: una legge nazionale del 2011 ha stabilito che i servizi pubblici locali a rilevanza economica dovessero essere organizzati in ambiti territoriali, per essere resi più efficienti e creare le cosiddette economie di scala, e cioè risparmi sui costi.

Cosa che, in questo caso, corrisponde anche ad un risparmio per i cittadini, essendo la TARI calcolata proprio in base al costo totale del ciclo dei rifiuti: più si abbassa la spesa e più si alza la percentuale di raccolta differenziata, meno sono care le bollette.

In ottemperanza a questa legge del 2011, la Regione nel 2016 stabilisce le regole ed il percorso necessari ad implementare un efficace sistema integrato di gestione del servizio rifiuti in regione Campania. E così arriviamo ad oggi (sono passati quasi dieci anni eh, non un evento improvviso!). Con l’Ente D’Ambito di Salerno che è chiamato a governare l’ambito di competenza – tutta la nostra provincia – ed il Sub Ambito Distrettuale “Agro settentrionale”. Di cui fanno parte Scafati, Angri, Pagani, Corbara e Sant’Egidio. A gestire in maniera convenzionata la parte “operativa”.

I comuni di ogni Sub Ambito Distrettuale (SAD) avrebbero dovuto decidere – in un primo momento all’unanimità. Poi anche a maggioranza dei cittadini rappresentati – quale forma di gestione del ciclo dei rifiuti attuare. Se tramite società in house, società mista o affidamento tramite libero mercato.

𝐀 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐝𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐜𝐚𝐟𝐚𝐭𝐢, 𝐚𝐧𝐳𝐢𝐜𝐡𝐞́ 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐚𝐛𝐛𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐢, 𝐞 𝐜𝐢𝐨𝐞̀ 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐝 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐝𝐮𝐬𝐭𝐫𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐞 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐞𝐧𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞, 𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐞 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢, 𝐢𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐜𝐢𝐜𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐒𝐀𝐃 𝐝𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐦𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐜𝐚𝐟𝐚𝐭𝐢 𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐀𝐧𝐠𝐫𝐢. 𝐔𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐝𝐞𝐛𝐛𝐚 𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐚 𝐚𝐬𝐬𝐮𝐦𝐞𝐫𝐞. D𝐨𝐯𝐞 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐢 𝐢 𝐟𝐨𝐧𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐝’𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 (𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐢 𝐦𝐞𝐳𝐳𝐢, 𝐚𝐝 𝐞𝐬𝐞𝐦𝐩𝐢𝐨?). C𝐨𝐦𝐞 𝐞𝐯𝐢𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐩𝐚𝐠𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢 𝐒𝐜𝐚𝐟𝐚𝐭𝐢 𝐯𝐚𝐝𝐚 𝐢𝐧 𝐛𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐨𝐭𝐭𝐚.

𝐔𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐒𝐜𝐚𝐟𝐚𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐥𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢, 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐫𝐨𝐟𝐢, 𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐯𝐫𝐚𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐢, 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞. 𝐏𝐮𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚.

𝐏𝐚𝐫𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨, 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐫𝐜𝐢, 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐛𝐚𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝟏𝟑𝟎𝐦𝐢𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞, 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧 𝐚𝐩𝐩𝐚𝐥𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐬𝐢 𝟑𝟎𝟎 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐮𝐫𝐨.

E la nostra preoccupazione è che sia proprio la volontà incontenibile di gestire questo appalto a creare tanti appetiti e tanta voluta confusione.

Non a caso il pezzo di maggioranza del Sindaco che più spinge per questa opzione di gestione diretta e più ha spinto per aprire contenziosi ad ogni livello, è lo stesso che ha imposto il ripristino (con una procedura discutibile) del Consiglio di Amministrazione dell’ACSE. E che ha imposto (con una procedura altrettanto discutibile) la nomina di propri riferimenti al suo interno.

𝐀𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐨𝐠𝐠𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐚𝐩𝐩𝐢𝐚𝐦𝐨 – 𝐧𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐫𝐨𝐠𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐢 – 𝐜𝐡𝐢 𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚 𝐧𝐨𝐦𝐢𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢 𝐧𝐨𝐦𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐝𝐀 𝐀𝐂𝐒𝐄. E 𝐬𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐭𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐨 𝐦𝐞𝐧𝐨. 𝐈𝐥 𝐒𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞, 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐜𝐜𝐡𝐢𝐧𝐚 𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐧𝐞𝐦𝐦𝐞𝐧𝐨.

𝐂𝐨𝐬𝐢̀ 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐚𝐩𝐩𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧 𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐞𝐬𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐮𝐭𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐯𝐞𝐫𝐚𝐫𝐞 – 𝐜𝐨𝐬𝐢̀ 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 – 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐝𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐀𝐂𝐒𝐄 𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞. N𝐞́ 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐬𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐝𝐚𝐥 𝐛𝐢𝐥𝐚𝐧𝐜𝐢𝐨 𝐢 𝟕𝟎𝟎𝐦𝐢𝐥𝐚 𝐞𝐮𝐫𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐳𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨. 𝐍𝐞̀, 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚, 𝐬𝐚𝐩𝐩𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞̀ 𝐜𝐢 𝐬𝐢 𝐨𝐬𝐭𝐢𝐧𝐢 𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐬𝐬𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐞𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐭𝐨. T𝐫𝐚𝐦𝐢𝐭𝐞 𝐚𝐠𝐞𝐧𝐳𝐢𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐢𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐨𝐜𝐡𝐢 𝐦𝐞𝐬𝐢. A𝐧𝐳𝐢𝐜𝐡𝐞́ 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥’𝐀𝐂𝐒𝐄 𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐯𝐮𝐭𝐚 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐞 𝐝𝐢𝐠𝐧𝐢𝐭𝐨𝐬𝐨.

𝐐𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐚𝐩𝐩𝐢𝐚𝐦𝐨, 𝐩𝐞𝐫𝐨̀, 𝐞̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐭𝐚 𝐞̀ 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚 𝐚𝐥 𝟔𝟎%. C𝐡𝐞 𝐚𝐥 𝟑𝟏 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟑 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐚𝐥𝐥’𝐀𝐂𝐒𝐄 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐞𝐮𝐫𝐨. E 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐢𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐢 𝐬𝐞𝐢 𝐦𝐞𝐬𝐢 𝐡𝐚 𝐨𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐀𝐂𝐒𝐄 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞𝐱𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐞𝐮𝐫𝐨.

E come se non bastasse, questa continua conflittualità con chiunque, sindaci delle città limitrofe, oggi EDA, ieri ASL, e poi la Provincia e la Regione, porta la nostra città ad essere sempre più isolata. Quindi più debole, in tutte le filiere istituzionali e decisionali.

Purtroppo chi ci amministra appare più interessato agli appalti e alla gestione, che alla difesa dell’ambiente e della pulizia della città. Ma continueremo a vigilare, senza sosta.

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