Svolta nell’omicidio di Alfonso Fontana: c’è il movente. Svolta nelle indagini dell’omicidio di Alfonso Fontana, l’uomo di Castellammare di Stabia assassinato a Torre Annunziata. Le indagini dei Carabinieri hanno ricostruito anche il movente, dopo aver tratto in carcere il 49enne Catello Martino, il presunto assassino accusato dell’omicidio. E’ ancora aperta la caccia ai complici che erano con lui nel distributore Eni in corso Umberto.
Secondo gli inquirenti, Alfonso Fontana sarebbe stato protagonista di un furto in un appartamento dove vive la figlia di un boss di Castellammare di Stabia. L’ordinanza di custodia cautelare a carico di Catello Marano parla della volontà di far valere l’egemonia del clan D’Alessandro. Oltre che del suo gesto premeditato che ha portato all’uccisione di Fontana, appartenente invece alla famiglia dei Fasano.
La Procura di Torre Annunziata ha ricostruito l’accaduto. Alcune persone, provenienti dal rione dell’Aranciata Faito, avevano chiesto di lui nella zona dell’Acqua della Madonna, zona dei Fasano. L’avevano cercato, dopo il furto, anche sulla banchina del porto di Castellammare di Stabia.
Secondo gli uomini che lo cercavano, Alfonso Fontana sarebbe stato il presunto autore del furto a casa della figlia di Catello ‘o Puparuol. Casa dalla quale rubarono 300mila euro e mezzo chilo in oro. Secondo gli inquirenti, i beni erano proventi dell’attività dei Paglialoni, il gruppo del quale fa parte Catello Martino. Fontana, semmai fosse stato lui a commettere il furto, non avrebbe saputo, però, che all’interno dell’appartamento ci fossero delle videocamere di sorveglianza, o almeno credeva di essere riuscito ad eluderle.
Quando le persone provenienti dall’Acqua della Madonna avevano chiesto di Fontana, la stessa vittima dell’agguato a Torre Annunziata aveva chiesto un incontro. Un appuntamento nel quale è stato ucciso, secondo la ricostruzione degli inquirenti che sono arrivati alla svolta nell’omicidio di Alfonso Fontana.
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