mercoledì, Ottobre 9, 2024
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Test salivare per la diagnosi del cancro al seno

Test salivare per la diagnosi del cancro al seno. E’ un obiettivo, senza dubbio, avveniristico quello raggiunto dagli scienziati dell’Università della Florida e dell’Università Nazionale Yang Ming Chiao Tung di Taiwan. Sviluppare un dispositivo portatile per effettuare un test salivare per la diagnosi del cancro al seno. Lo screening consiste nell’analisi di un semplice campione di saliva. 

Dispositivo portatile e riutilizzabile

Il team, guidato da Hsiao-Hsuan Wan, ha valutato l’applicabilità e l’efficacia di un dispositivo portatile in grado di rilevare i biomarcatori del cancro al seno da un piccolo campione di saliva. Realizzato sulla base di componenti comuni, come le strisce reattive per il glucosio e una piattaforma open source, questo strumento potrebbe facilitare notevolmente il riconoscimento del cancro al seno. “La portabilità e la riutilizzabilità di questo test, grande quanto una mano – sottolinea Wan – lo rendono facilmente impiegabile anche in contesti diversi da quello ospedaliero. I risultati, inoltre, sono disponibili in pochissimi secondi”. 

Il dispositivo, spiegano gli scienziati, si basa su strisce reattive di carta trattate con anticorpi specifici che interagiscono con i biomarcatori tumorali mirati. Dopo che il campione salivare viene posizionato sulla striscia, i punti di contatto elettrici vengono inondati di impulsi, che promuovono i legami tra i biomarcatori e gli anticorpi presenti sulle strisce. In caso di positività, si produce quindi un segnale chiaro e riconoscibile. 

Test salivare per il cancro al seno: diagnosi più veloce

Effettuare un test salivare per la diagnosi del cancro al seno permetterà di superare molti limiti e ostacoli. Così come l’introduzione di un test delle urine per la diagnosi del cancro alle ovaie.

Con un design rivoluzionario rispetto alle tecnologie esistenti, questa tecnica accorcerà i tempi di diagnosi e prevenzione. Infatti, esami come mammografie, ecografie e risonanze magnetiche, che spesso restituiscono i risultati dopo diversi giorni ed espongono l’organismo a radiazioni. “In alcune realtà – precisa Wan – questi metodi non sono facilmente adottabili. Il nostro dispositivo, invece, essendo di gran lunga più economico, può essere utilizzato facilmente anche per i pazienti economicamente più svantaggiati. Le strisce costano infatti pochi centesimi, mentre il circuito, che è riutilizzabile, ha un prezzo medio di circa cinque dollari. Il biosensore richiede solo una goccia di saliva e può fornire risultati accurati anche se la concentrazione del biomarcatore del cancro nel campione è solo un quadrilionesimo di grammo per millilitro”. 

“Siamo davvero entusiasti del potenziale di questo approccio – conclude – abbiamo dedicato molto tempo a questo lavoro e siamo contenti di aver ultimato una tecnica che ha il potenziale per aiutare le persone in tutto il mondo”.

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Redazione BNItalia
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