Una mitraglietta usata per il raid contro Adini a Scafati. Marcello Adini, il 43enne scafatese obiettivo del raid di venerdì scorso in via de Gasperi, è ancora ricoverato all’ospedale di Nocera. Non si hanno informazioni certe, l’uomo è piantonato, ma pare che potrebbe non essere necessario un intervento chirurgico. Infatti, uno dei due colpi sarebbe entrato e uscito e l’altro lo avrebbe colpito di striscio. In totale, esplosi sette colpi da una mitraglietta, in pieno giorno.
Le indagini ad ampio raggio
I Carabinieri, coordinati dal Reparto Territoriale di Nocera Inferiore guidato dal colonnello Gianfranco Albanese, seguono tutte le piste La più battuta è quella riguardante una vendetta dopo l’omicidio Faucitano. Due giorni prima, Adini era stato assolto dopo essere stato accusato di aver fatto parte del commando. Caduta l’ipotesi che era a bordo dello scooter insieme a Carmine Alfano, invece condannato all’ergastolo. I Carabinieri hanno anche acquisito le immagini di videosorveglianza della zona.
Usata una Jeep Renegade
Per il raid a Marcello Adini utilizzata una Jeep Renegade. L’auto, sfrecciata a grande velocità in via de Gasperi, nonostante l’ora di punta (erano le 17), poi incendiata in via Lo Porto, nella zona periferica al confine con Sant’Antonio Abate. Accanto alla vettura, anche la mitraglietta utilizzata per l’agguato ad Adini. L’obiettivo, insomma, era quello di uccidere il 43enne scafatese, non solo un avvertimento. Altrimenti, lo avrebbero avvicinato con una pistola. Aspetto più che preoccupante, visto che hanno sparato da un’auto in corsa alle 17 del pomeriggio nella frazione San Pietro. Per questo, ieri c’è stato fermento politico sulla questione sicurezza. Il sindaco Pasquale Aliberti ha scritto alla città. Invece, Francesco Carotenuto di Scafati Arancione, consigliere di opposizione, ha chiesto la convocazione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Spiegando, nel suo messaggio che “Scafati è invivibile”.