Vincenzo e Vida tra amore, sogni e morte. Era la loro serata. Niente cena al ristorante o albergo con cuscino a cuore. Vincenzo Nocerino e Vida Shahvalad avevano deciso di trascorrere la loro serata in auto. Al chiuso. In un garage di Secondigliano nelle disponibilità del papà di Enzo. La Panda rossa, il garage chiuso e il freddo. Così Vincenzo ha acceso l’auto e i due fidanzatini si sono riscaldati.
Era la loro serata, è diventata l’ultima serata. Il monossido di carbonio li ha prima storditi, poi fatti addormentare e alla fine uccisi. Quando il papà di Vincenzo è entrato nel garage alle 9 e 30 del mattino, la Panda rossa nella quale i due giovani si erano appartati era ancora accesa.
Alfredo Nocerino ha provato a rianimare i due ragazzi, chiamato il 118, cercato disperatamente di ‘svegliarli”. Poi ha dovuto arrendersi al dolore.
Il figlio Vincenzo, 24 anni, era un webdesigner e lavorava anche come pizzaiolo. L’ha tirato su il padre, dopo la morte della mamma. Era figlio unico.
Vida, studentessa di origini iraniane che viveva a Napoli e studiava a Caserta sognava un grande futuro. Insieme a Vincenzo.
Insieme, per una tragica fatalità, nel fiore degli anni hanno salutato questa vita. E se ci pensiamo bene, gli acronimi di Vincenzo e Vida formano la parola Vivi.